Beverate: ''generativitá" con la dott.ssa Claudia Alberico

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Beverate: ''generativitá" con la dott.ssa Claudia Alberico

Fondazione Don Caccia
12 Dicembre 2023
Nella serata di venerdì 1° dicembre si è tenuto il terzo incontro della rassegna “Generare Dio” promossa dalla parrocchia di Brivio e Beverate. L’oratorio della frazione ha accolto la dottoressa Claudia Alberico che ha aperto una discussione sul tema della “generatività”.


La pedagogista e direttrice generale dei consultori “don Silvano Caccia”, di cui don Emilio Colombo è presidente, ha affrontato una tematica urgente, che nel suo lavoro tocca ogni giorno, focalizzandosi sull’aspetto biologico (la vita contro la morte), relazionale (rapporti nidificanti e mortiferi) e sociale (economia civile: ecologia e distruzione, uguaglianza e disparità). Il verbo generare deriva dal latino “genus”, che significa non solo nascita, ma anche stirpe e discendenza. La dottoressa ha spiegato dunque come questa azione non interessi solo il presente, ma anche il passato e futuro. È una dinamica trasformativa in cui, attraverso un rapporto, dall’ “io” si passa al “noi” senza inglobare l’altro.


I movimenti per operare una generatività autentica sono cinque. Innanzitutto bisogna desiderare, guardando oltre un confine contenitivo, che oggi è stato rimosso con l’universo infinito di internet e la mancanza di regole. È inoltre necessaria la volontà per mettere al mondo, per creare qualcosa di unico, nell’incontro con un altro, che prima non c’era. A questo punto è fondamentale la responsabilità per essere costanti ed essere contenti delle scelte fatte. Il passo ulteriore è il benedire, il sapere “dir bene”, tirare fuori il meglio in ciò che si è creato pur vivendo in un mondo che genera odio. L’ultima fase è la consegna al mondo, è l’affidare il proprio creato per consentire il passaggio da una generazione all’altra.

La pedagogista ha dunque analizzato le tre dimensioni della “generatività”. La più immediata è quella biologica che sta attraversando una fase di crisi, testimoniata in Italia dal dimezzamento delle nascite rispetto al 2008. Da un sondaggio Istat, rivolto a coppie giovani, è emerso che per gli uomini un figlio rappresenta un costo economico impattante sulla famiglia, per le donne invece la maternità rappresenta un fattore di rischio per il proprio posto di lavoro, che aggiunto alla mancanza di servizi della prima infanzia dissuade dalla decisione di allargare la famiglia.

Queste paure fondate, sommate al ripiegamento su se stessi e la paura di assumersi delle responsabilità, blocca la generatività relazionale, che richiede una dinamica con l’altro e non un focus su se stessi. Nella società del consumismo si toglie il valore alle cose nel minor tempo possibile, c’è un bisogno costante di novità quando invece è necessario custodire l’antico, dando fiducia a rapporti duraturi e fruttuosi nonostante le incertezze. Adottando un atteggiamento consapevole si può parlare di generatività sociale: una logica di azione personale collettiva, capace di disegnare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale sostenibile e contributivo. Si tratta della realizzazione dell’uomo e della donna maturi, che avviene nel contribuire liberamente e in modo originale al miglioramento della vita di altri, garantendo a tutti di prosperare nel tempo.

Don Emilio ha sottolineato come le fasi del generare siano analoghe all’azione di Gesù nell’Eucarestia: il desiderio di “mangiare ardentemente questa Pasqua con voi”, la creazione, la benedizione e condivisione del pane conclusa con lo sguardo al futuro “fate questo in memoria di me”. La serata è terminata con domande e pensieri del pubblico, che è stato invitato a Brivio nella sala cine teatro “Flavio Mauri” venerdì 8 dicembre per il penultimo appuntamento del ciclo, in cui la professoressa Claudia Crevenna commenterà il Canto XXXIII del Paradiso di Dante Alighieri.


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